Il progetto Microsub vide la luce nel 1990 come naturale completamento dei minisistemi di altoparlanti Micro 1 e Micro 2, già noti per la loro compattezza e versatilità. Se questi modelli riuscivano a coprire con buona qualità la gamma medio-bassa e le alte frequenze, restava comunque la necessità di un modulo dedicato a riprodurre l’estremo inferiore dello spettro sonoro, capace di dare maggiore corpo e autorevolezza alla scena musicale. Il Microsub nasceva proprio con questo obiettivo: estendere la risposta in basso, mantenendo però dimensioni contenute e un’impostazione economica coerente con la filosofia dei sistemi Micro.
Dal punto di vista progettuale, si scelse una configurazione a carico simmetrico con due altoparlanti montati in push-pull. Questa soluzione, particolarmente raffinata per l’epoca, permetteva di sfruttare al massimo il volume interno del mobile e, al tempo stesso, di ridurre la distorsione di seconda armonica tipica dei woofer in singola configurazione. Nel push-pull, infatti, i due driver lavorano in opposizione meccanica ma in perfetto accordo elettrico, annullando le non-linearità della sospensione e della forza di richiamo, con un netto miglioramento della pulizia del segnale riprodotto.
Il cuore del Microsub era rappresentato da due Ciare AM160.32 C/Fx-SW, woofer da 16 cm progettati specificamente per l’impiego in configurazioni subwoofer compatte. Caratterizzati da una robusta costruzione, una bobina mobile capace di gestire potenze consistenti e parametri di Thiele & Small ottimizzati per carichi ridotti, questi altoparlanti risultavano ideali per il progetto. La loro combinazione in push-pull consentiva di ottenere prestazioni difficilmente raggiungibili con driver di pari dimensioni utilizzati singolarmente.
Le misure confermavano le ambizioni del progetto: la risposta in frequenza era compresa tra 39 e 98 Hz entro una tolleranza di -3 dB, coprendo quindi l’intera gamma tipica del subwoofer domestico compatto. Non meno rilevanti erano i dati di dinamica: la MOL (Maximum Output Level) risultava sempre superiore a 95 dB nella banda operativa, con un picco di quasi 108 dB attorno alla frequenza centrale. Un risultato sorprendente, se rapportato al volume ridotto del mobile e al diametro contenuto degli altoparlanti impiegati.
Il Microsub non era quindi un semplice accessorio, ma un vero e proprio ampliamento di sistema, in grado di trasformare le Micro 1 e Micro 2 in impianti a tre vie completi. Rimaneva così intatto lo spirito originario di tutta la serie: garantire prestazioni elevate, dimensioni compatte e un prezzo accessibile, offrendo al contempo un’occasione formativa per gli autocostruttori appassionati.
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Microsub parte 1 - Articolo su AUDIOreview n. 94 - Maggio 1990 | |
Microsub parte 1 - Articolo su AUDIOreview n. 95 - Giugno 1990 con Leopoldo Ceccarelli |
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