19 febbraio 2008

Micro 2


Nel numero 96 di AUDIOreview, uscito tra luglio e agosto del 1990, fece la sua comparsa il progetto Micro 2, naturale evoluzione del modello “1” pubblicato circa un anno prima sulla stessa rivista. Si trattava di una versione aggiornata, pensata per perfezionare alcune scelte progettuali e rispondere alle nuove esigenze di un pubblico sempre più attento non solo alla compattezza, ma anche alla qualità timbrica e alla versatilità del diffusore.

La novità principale riguardava il trasduttore per la gamma alta. Il celebre tweeter Philips AD 11400/T, già apprezzato nel modello precedente per la sua morbida cupola in tessuto e la resa ariosa delle frequenze più elevate, venne sostituito con un componente firmato AUDAX, il TW 80 da 8 ohm. Quest’ultimo rappresentava la versione a impedenza maggiorata del più diffuso TW 60, molto utilizzato all’epoca anche nel settore del Car Audio, dove si era guadagnato una reputazione di affidabilità e brillantezza. L’adozione di questo tweeter consentiva di ottenere una timbrica più vivace, con una risposta in frequenza estesa e adatta a integrarsi con le richieste di un pubblico sempre più esigente.

Per la gamma bassa e medio-bassa, invece, la scelta rimase invariata: venne confermato il collaudato woofer Sipe AS 101/20.8, considerato quasi “imbattibile” per l’equilibrio tra costo contenuto e prestazioni. Questo altoparlante, già protagonista della prima versione, si era dimostrato capace di garantire una buona tenuta in potenza e una resa sorprendente in volumi ridotti, caratteristiche ideali per un diffusore compatto destinato a un’ampia diffusione tra appassionati e autocostruttori.

La combinazione dei due trasduttori rese le Micro 2 un progetto estremamente interessante per l’epoca: un diffusore dalle dimensioni contenute, economicamente accessibile, ma tecnicamente ben studiato. Una proposta che consolidava il successo della prima versione e, allo stesso tempo, segnava un passo avanti nell’evoluzione dei kit “alla portata di tutti” che AUDIOreview promuoveva come strumento di crescita culturale e tecnica per la comunità degli audiofili.


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Micro 2 - Articolo su AUDIOreview n. 96

12 febbraio 2008

Microsub


Il progetto Microsub vide la luce nel 1990 come naturale completamento dei minisistemi di altoparlanti Micro 1 e Micro 2, già noti per la loro compattezza e versatilità. Se questi modelli riuscivano a coprire con buona qualità la gamma medio-bassa e le alte frequenze, restava comunque la necessità di un modulo dedicato a riprodurre l’estremo inferiore dello spettro sonoro, capace di dare maggiore corpo e autorevolezza alla scena musicale. Il Microsub nasceva proprio con questo obiettivo: estendere la risposta in basso, mantenendo però dimensioni contenute e un’impostazione economica coerente con la filosofia dei sistemi Micro.

Dal punto di vista progettuale, si scelse una configurazione a carico simmetrico con due altoparlanti montati in push-pull. Questa soluzione, particolarmente raffinata per l’epoca, permetteva di sfruttare al massimo il volume interno del mobile e, al tempo stesso, di ridurre la distorsione di seconda armonica tipica dei woofer in singola configurazione. Nel push-pull, infatti, i due driver lavorano in opposizione meccanica ma in perfetto accordo elettrico, annullando le non-linearità della sospensione e della forza di richiamo, con un netto miglioramento della pulizia del segnale riprodotto.

Il cuore del Microsub era rappresentato da due Ciare AM160.32 C/Fx-SW, woofer da 16 cm progettati specificamente per l’impiego in configurazioni subwoofer compatte. Caratterizzati da una robusta costruzione, una bobina mobile capace di gestire potenze consistenti e parametri di Thiele & Small ottimizzati per carichi ridotti, questi altoparlanti risultavano ideali per il progetto. La loro combinazione in push-pull consentiva di ottenere prestazioni difficilmente raggiungibili con driver di pari dimensioni utilizzati singolarmente.

Le misure confermavano le ambizioni del progetto: la risposta in frequenza era compresa tra 39 e 98 Hz entro una tolleranza di -3 dB, coprendo quindi l’intera gamma tipica del subwoofer domestico compatto. Non meno rilevanti erano i dati di dinamica: la MOL (Maximum Output Level) risultava sempre superiore a 95 dB nella banda operativa, con un picco di quasi 108 dB attorno alla frequenza centrale. Un risultato sorprendente, se rapportato al volume ridotto del mobile e al diametro contenuto degli altoparlanti impiegati.

Il Microsub non era quindi un semplice accessorio, ma un vero e proprio ampliamento di sistema, in grado di trasformare le Micro 1 e Micro 2 in impianti a tre vie completi. Rimaneva così intatto lo spirito originario di tutta la serie: garantire prestazioni elevate, dimensioni compatte e un prezzo accessibile, offrendo al contempo un’occasione formativa per gli autocostruttori appassionati.


Scarica:
Microsub parte 1 - Articolo su AUDIOreview n. 94 - Maggio 1990
Microsub parte 1 - Articolo su AUDIOreview n. 95 - Giugno 1990
con Leopoldo Ceccarelli

07 febbraio 2008

Micro 1


Nel numero 84 della rivista AUDIOreview, uscito nel giugno del 1989, venne presentato un kit di diffusori acustici che suscitò grande interesse tra gli appassionati. L’idea alla base del progetto era chiara: realizzare una coppia di casse acustiche compatte, facilmente trasportabili, con un ingombro e un peso contenuti, ma senza rinunciare a prestazioni di buon livello e, soprattutto, a un prezzo accessibile. Un obiettivo ambizioso, che cercava di coniugare esigenze pratiche e qualità sonora, in un periodo in cui il mercato dell’hi-fi offriva soluzioni spesso costose e poco adatte a chi desiderava muovere i primi passi nell’autocostruzione.

Il cuore del sistema era rappresentato dai trasduttori scelti, entrambi di notevole interesse per l’epoca. Per la gamma bassa e medio-bassa si optò per un woofer Sipe AS 101/20.8, prodotto da una delle aziende italiane più attive nel settore negli anni Ottanta. Questo altoparlante si distingueva per un’eccellente qualità costruttiva, con un cestello robusto e un magnete di dimensioni generose che garantiva un buon controllo del movimento della membrana. Le sue caratteristiche lo rendevano particolarmente adatto a lavorare in volumi ridotti, permettendo di ottenere una risposta in basso convincente nonostante le dimensioni contenute del mobile.

Per la gamma alta, il kit impiegava il celebre tweeter Philips AD 11400/T, un componente molto diffuso e apprezzato in quegli anni. Si trattava di un tweeter a cupola morbida in tessuto da un pollice, progettato per offrire una riproduzione ariosa e naturale delle alte frequenze, senza asprezze. L’accoppiata con il woofer Sipe risultava equilibrata, permettendo di realizzare un due vie semplice ma efficace, in grado di restituire un suono piacevole e ben bilanciato.

Questo progetto rappresentava, dunque, un perfetto esempio di come fosse possibile, già alla fine degli anni ’80, ottenere buone prestazioni acustiche con una spesa contenuta e senza scendere a compromessi eccessivi sulla qualità. Un kit del genere non era solo una soluzione economica, ma anche un’opportunità didattica: consentiva agli appassionati di imparare le basi della progettazione di diffusori, dall’assemblaggio del mobile al cablaggio del crossover, sviluppando competenze che sarebbero state preziose per affrontare progetti più complessi.


Scarica:
Micro 1 - Articolo su AUDIOreview n. 84
Datasheet Sipe AS 101/20.8
Datasheet Philips AD 11400
File per BassPC e CrossPC